Celiachia

Cos’è la celiachia e come si affronta

La celiachia è una risposta immunitaria anomala al glutine e alle proteine correlate e che può manifestarsi come enteropatia. L’insorgenza di questa malattia fino a poco tempo fa sembrava essere tipica della prima infanzia, mentre oggi sappiamo che è molto frequente anche in età adulta.
Si deve ad una predisposizione genetica cui spesso si associano manifestazioni di tipo auto-immune (diabete insulinodipendente, miocardiopatie, anemia sideropenica, ritardo staturale, stipsi isolata, sclerosi multipla, cirrosi biliare primitiva e osteoporosi).

La diagnosi si effettua mediante test di laboratorio basati sulla ricerca:
– Di anticorpi diretti contro la gliadina (AGA-A e AGA-G), metodica utile soprattutto nei bambini sotto i due anni;
– Di anticorpi diretti contro la sostanza reticolare che circonda le fibre muscolari lisce (EMA) (un test però non utilizzabile in soggetti che presentano un deficit selettivo di IgA);
Transglutaminasi, con possibilità di dosare separatamente gli anticorpi di classe IgA e IgG.

Trattandosi di una malattia autoimmune la terapia si basa essenzialmente sull’esclusione del glutine dalla dieta. Prodotti dietetici di questo tipo sono oramai ampiamente disponibili sul mercato, sia attraverso la distribuzione alimentare sia attraverso quella farmaceutica.
A testimonianza di una crescente sensibilità nei confronti di questa patologia (le statistiche più recenti indicano in 1 italiano su 100 la sua incidenza), la celiachia è stata recentemente inserita tra le malattie croniche per le quali i nuovi LEA(*) prevedono controlli medico-clinici a carico del Servizio Sanitario Nazionale.

Note (*) I “Livelli Essenziali di Assistenza”(cosiddetti LEA) definiscono – a livello nazionale – le prestazioni ed i livelli di assistenza sanitaria che devono essere garantiti a tutti gli assistiti del Servizio Sanitario Nazionale

Le intolleranze alimentari

La consapevolezza che gli alimenti potevano essere causa di disturbi anche gravi si riscontra già nell’antichità con il medico greco Ippocrate. Nel corso dei secoli molti altri studiosi hanno potuto verificare la correlazione tra l’assunzione degli alimenti e relazioni di tipo allergico o pseudo-allergico, ma bisognerà arrivare all’800 ed al 900 perché il concetto di Ippocrate circa la relazione tra cibo e salute ricompaia nella medicina.
Il primo studio sulla reazione citotossica degli alimenti sul sangue fu condotta da Artur Blank che nel 1956 ideò il test citotossico.
Il principio di Balnk è alla base di numerosi altri tests di ricerca che si sono succeduti negli anni soprattutto in USA e nei pesi anglosassoni.

I sintomi di un’allergia o di una intolleranza non sono la conseguenza di un’alterazione o di un difetto dell’organismo, ma piuttosto della scomparsa dei suoi dispositivi di regolazione. In caso di perdita di controllo, i normali meccanismi di difesa (che di solito si manifestano con una reazione infiammatoria controllata) possono diventare così intensi da produrre danno all’organismo.
Allergia ed intolleranza dunque sono entrambe espressione della reattività del sistema immunitario. Talvolta sfumano una nell’altra e si influenzano a vicenda ma si differenziano per alcune caratteristiche specifiche:

l’allergia è immediata, compare nel giro di pochi minuti, raramente entro qualche ora, dal contatto con la sostanza. Implica sempre l’intervento delle immunoglobuline E (IgE) e dei mastociti.

l’intolleranza è per lo più una reazione lenta, che insorge ore o giorni dopo l’assunzione della sostanza.
Lo scatenamento della reazione richiede l’assunzione ripetuta della sostanza per più giorni. Nell’organismo infatti esistono meccanismi di controllo che in caso di intolleranza riescono a evitare meglio la comparsa della reazione infiammatoria.
Il cibo può essere concausa di un fenomeno infiammatorio che attiva il sistema immunitario senza necessariamente determinare delle risposte allergiche classiche. Esempi di questa realtà sono le patologie finora ritenute di tipo infiammatorio cronico su base ignota.

Il test citotossico rileva quali alimenti possono alterare il nostro stato di salute e fornisce la base di partenza per rimuovere, se correlate all’alimentazione, le cause dei disturbi permettendo così di migliorare il nostro stato di benessere fisico e psichico.
Esiste una forte corrispondenza tra gli alimenti e i disturbi accusati. Tali disturbi tendono gradualmente ad annullarsi o a migliorare quando viene allontanato un alimento risultato positivo al test.

Il Test citotossico è una recente e sensibilissima metodica per lo studio delle intolleranze alimentari. Non è una terapia medica ma una moderna indagine per raggiungere, in modo naturale, un migliore stato di benessere tramite una corretta alimentazione.
L’esame si effettua con un semplice prelievo di sangue. In base ai risultati del test il consulente nutrizionale potrà formulare una dieta specifica per ogni singolo paziente.
Il prelievo va effettuato preferibilmente a digiuno, anche se l’esito dell’esame non sembra essere influenzato dai cibi consumati poche ore prima. E’ necessario che il paziente, sotto controllo medico, abbia sospeso da almeno 3 o 4 giorni l’uso di farmaci corticosteroidi e immuno-soppressori. Non effettuare il prelievo in caso di raffreddore, influenza o altre malattie infettive. Riprendere un nuovo appuntamento non prima di 7 / 10 giorni dopo la guarigione della malattia.

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